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Novelle Brevi di Sicilia di Andrea Giostra.

Gli auguri di mia nonna ottantenne”. Questa è la prima breve novella. E da qui tutto deve partire per comprendere Andrea Giostra, il suo mondo, il suo essere, la sua scrittura. È un inizio crudo, dissacrante. Ci si aspetterebbe un augurio tipico di una nonna. Invece si assiste a qualcosa di assolutamente inaspettato.  ” Goditi la vita e le donne visto che sei un bel ragazzo.  E  quando sarai sazio trovati una donna molto bella e ricca così godersi dei suoi soldi e non dovrai lavorare. Fai tanti figli e occupati della famiglia così quando sarai vecchio non sarai solo. Solo così avrai goduto la vita e non rimpiangere nulla”. A questo punto mi fermo. È un augurio delirante. Certo si evince un attaccamento alle proprie origini ma in che modo? Non è l’uomo ad occuparsi realmente della propria famiglia come vorrebbe la tradizione familiare in particolare del sud. Ma l’uomo che attraverso la donna si occupa della famiglia. È molto psicologico questo augurio. Mi ha bloccato. Da qui decidi se proseguire la lettura. Perché da qui se vai oltre il velo scopri  una scrittura vera, senza retorica, cruda. Giostra è dentro alle sue novelle. Allora prosegui con “agosto a Palermo” la novella successiva e scopri la Sicilia, maestosa, architettonica, aristocraticamente distaccata. Città imponente e decadente. L’autore con la sua scrittura non fa leggere le novelle, le fa sentire. Si sentono gli odori, i sapori, la graniticità di questa terra. I personaggi sembrano caratteristi di un film. Poi improvvisamente la novella ” la bigliettaia”. Apparentemente un racconto similmente erotico ma che si rivela estremamente sensuale. Giostra ti rapisce senza darti modo di prendere fiato e ti trascina per tutto il racconto concedendoti di respirare solo alla fine. É una narrazione erotica precisa nella descrizione di questo corpo femminile e di come questo corpo dovrebbe essere avvicinato e preso. È intenso, dolore e piacere. Nulla viene trascurato.  E qui scopri un altro aspetto dell’autore.”…lei s’infilo’  il vestitino nero…”. Poi taglia di netto senza remore quest’eccitazione e prosegue riportandoti di nuovo  nella realtà siciliana. Come se gli piacesse questo darti e toglierti. È ritorna con la novella “doccia” secondo racconto sensuale in chiave più moderna semplicemente per l’utilizzo  di terminologie dei nostri giorni ma con la stessa intensità  della ” bigliettaia”. Scorci di vita vera raccontata attraverso queste novelle.  Giostra non descrive e basta. È perentorio. Ha forti radici, passione dell’uomo verso la femmina. È lui che descrive e quindi descrive anche una parte di sé.  Ogni racconto è un mondo nuovo. L’inizio è  talmente fluido, libero che si arriva alla fine rapiti. Giostra si concentra su particolari apparentemente insignificanti, ma come nella vita, sono questi  piccoli particolari non quelli visibili a tutti che contano. L’autore insegna al lettore cosa deve osservare. Uno sguardo ad una Sicilia assolutamente affascinante come una donna altera, di classe. E come una donna di classe quando entra in una stanza non fa fischiare ma crea silenzio, così Andrea Giostra mostra la sua magnifica Signora.
recensione di Sara Tacchi
 
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