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“La regina degli scacchi” (2020) di Scott Frank, miniserie Netflix, metafora magistrale della vita!

 

 

“La regina degli scacchi” (2020) di Scott Frank, su Netflix dal 23 ottobre 2020. Titolo originale “The Queen’s Gambit”, di Scott Frank eAllan Scott, miniserie Netflix.

Locandina

Il film è bellissimo, una storia convincente, una sceneggiatura magistrale, la scenografia che ricrea impeccabilmente gli ambienti degli anni Cinquanta e Sessanta, i costumi magnifici, la fotografia perfetta… e poi gli attori, con a capo la talentuosa e bravissima giovane (1996) attrice e modella statunitense Anya Josephine Marie Taylor-Joy, che affascina e ipnotizza i telespettatori. Insomma, un prodotto cinematografico da prendere ad esempio e che certamente, nella diffusa mediocrità contemporanea, fa scuola!

Per mia libera scelta non guardo mai le serie TV… da adolescente fui incuriosito e moderatamente travolto dalle Telenovela latine, quali per esempio la famosissima (allora!) “La schiava Isaura” (Escrava Isaura). Una telenovela brasiliana prodotta da Rede Globo nel 1976, nonché la primissima telenovela trasmessa in Italia, che rimane una tra le telenovelas brasiliane più famose insieme a Dancin’ Days (1978), Terra nostra (1999), O clone (2001) e Da Cor Do Pecado (2004). La schiava Isaura, secondo un’indagine della trasmissione Good Morning America, è ancora oggi il prodotto televisivo più venduto e doppiato al mondo: è stata trasmessa in 130 Paesi, e addirittura in Russia diventò così popolare che la parola portoghese fazenda entrò nell’uso quotidiano. Per dire la portata che ebbero, e per certi versi hanno oggi le serie Tv, tra il pubblico televisivo di ogni estrazione sociale e di ogni fascia di età: non c’è genere cinematografico più pop e trasversale di questo!

Ma torniamo alla nostra “La regina degli scacchi”. Il mix di sentimenti ed emozioni che è in grado di produrre questo film, è davvero molteplice e tutto viene intarsiato sapientemente e magistralmente. Nulla appare eccessivo. I bisogni e le pulsioni che si susseguono nella narrazione sono tanti: l’amore, l’abbandono, il tradimento, la solitudine, la paura, il successo, la libertà, il danaro, l’amicizia vera e tradita, la disciplina e la dissolutezza, la passione e la monotonia, il sesso e l’affetto, il conscio e l’inconscio, l’angoscia e l’equilibrio, la quotidianità deprimente e le avventure più travolgenti, insomma, viene raccontata la vita com’è e, per certi versi, come la vorremmo vivere. E poi il genio che si erge imperioso per dominare tutto e tutti. Un genio che è quello per il gioco degli scacchi, ma che è anche il “genio” che rappresenta la diversità e il talento, oggi mortificati e aggrediti sistematicamente dalla società Occidentale contemporanea vittima della omogeneità e della mediocrità! Ed è proprio questo il punto focale che lo spettatore, senza neanche rendersene conto, trova potentemente empatico e travolgente: l’ammirazione e il rispetto assoluto e incondizionato per il genio, per il talento e per il diverso da noi! Qualità queste che invece, dall’attuale “sistema” socio-politico-culturale dominante, quello contemporaneo frutto dell’abbandono degli storici principi etici e morali della cultura Occidentale giudaico-cristiana, vengono necrotizzate e costrette dall’azione di globalizzazione e omogeneizzazione a tutti i costi, a soccombere irreversibilmente! In tutto questo il gioco degli scacchi rappresenta il palcoscenico dove tutto accade, ma al contempo lo immaginiamo, guardando le sette puntate, come una straordinaria metafora della vita e della società.

 

 

Trama da Coming Soon:

«La regina degli scacchi è una miniserie di Netflix creata dal nominato all’Oscar Scott Frank (Godless) con Allan Scott basandosi su un romanzo di Walter Tevis. Il drama, una storia di formazione che esplora il prezzo della genialità, racconta la storia di Beth Harmon (Anya Taylor-Joy, Peaky Blinders), una giovane donna che, crescendo in un orfanotrofio del Kentucky verso la fine degli anni ’50, ha scoperto di avere un talento incredibile per il gioco degli scacchi, sviluppando però al contempo un problema di dipendenza dai tranquillanti che lo Stato somministrava ai bambini come sedativi. Tormentata dai propri demoni e sospinta da una miscela di narcotici e ossessioni, Beth si trasforma in una figura eccentrica, estremamente abile e glamour, decisa a superare i confini tradizionali del mondo competitivo e prettamente maschile delle gare di scacchi, fino a conquistarlo. Nella miniserie recitano anche Marielle Heller nei panni di Alma Wheatley, una casalinga sola che adotta Beth; Thomas Brodie-Sangster (Il Trono di Spade) di Benny, un arrogante bambino prodigio degli scacchi che diventa presto il rivale numero uno di Beth; Bill Camp (The Outsider) del Sig. Shaibel, colui che insegna a Beth come giocare; oltre a Harry Melling e Moses Ingram.»

 

Recensione di Andrea Giostra

 

“La regina degli scacchi” su Netflix
Scheda IMDb
Trailer su YouTube
Andrea Giostra

 

 

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