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Valentina Neri, scrittrice e poetessa, ci presenta “L’arte ha bisogno di carezze”, libro-intervista al critico d’Arte Luca Nannipieri | INTERVISTA

 

 

«Solo quando pensi che l’arte abbia un’anima, te ne puoi innamorare, accarezzarla, resuscitarla. E in fondo questo principio vale per tutto. Anche noi abbiamo bisogno di carezze.» (Valentina Neri)

 

Ciao Valentina, benvenuta e grazie per avere accettato questo nuovo invito. Come ti vuoi presentare ai nostri lettori?

Come una scrittrice eclettica che nelle sue opere cerca sempre qualcosa di carnale. Anche questo libro ha qualcosa di amorosamente carnale. Basti pensare al titolo che il celebre protagonista ha scelto e che corrisponde alla summa del suo pensiero: avere un rapporto tattile, sensoriale con l‘arte, non semplicemente da professionista che studia e osserva il valore dell’oggetto e ne individua i tratti strutturali o codifica i suoi messaggi intrinseci ma da uomo che ha lo sguardo rivolto alle persone, alle comunità che riconoscono il valore del loro patrimonio tanto da volerlo difendere, proteggere, accarezzare.

 

In che contesto nasce questo tuo nuovo libro?

È il primo di una collana che ho ideato e che s’intitola “Protagonisti del Duemila”; naturalmente, tra coloro che ho selezionato ci sono personaggi attivi nei settori più disparati, dal cinema allo sport, dalla giurisprudenza alla medicina, non importa quanti anni abbiano ma quanto abbiano inciso con il loro lavoro in questo secolo con le loro idee innovative come Paolo Cendon, il giurista che ha istituito nel nostro Codice Civile l’Amministrazione di Sostegno, che mira a valorizzare le abilità residue di chi si trova ad aver bisogno di una guida senza arrivare a misure estreme e barbare come l’interdizione, inoltre, ha teorizzato il “diritto alla gentilezza” e il “danno esistenziale”; poi Flavia Franconi, la farmacologa pioniera della medicina di genere. Personalità geniali e di alto profilo umano e professionale. Ho voluto iniziare con Luca Nannipieri, essendo anch’io una storica dell’arte m’ispirava particolarmente, autore di importanti saggi per Skira e RaiEri, fondatore di Casa Nannipieri Arte. Sinceramente non ero sicura accettasse perciò è stata davvero una bella emozione per me e ho imparato tanto. Conosce il senso della gratitudine, il sentimento più difficile da esternare. Un vero Maestro.

 

Cosa ti ha indotto ad intraprendere questi studi?

I miei primi viaggi a Roma e a Napoli sono stati fondamentali. Ma anche la nascita, nella mia città, Cagliari, della manifestazione “Monumenti aperti”, che si svolge una volta l’anno e ha fatto sì che tanto luoghi, che da bambina non ho mai potuto visitare, finalmente aprissero e fossero visitabili, l’amicizia con l’artista di Maria Lai e ancor più col fotografo Virgilio Lai.

 

Cosa devono aspettarsi i lettori che leggeranno il tuo libro e qual è il messaggio che vuoi lanciare loro?

Conosceranno meglio non solo uno Storico dell’Arte, l’erudito che interpreta, spiega, valuta, critica; sia pure con tutte le competenze richieste, ma, soprattutto, colui che umanizza, denuncia, chiede aiuto, collaborazione, s’impietosisce quasi, davanti all’abominio dell’abbandono.

Non un Dottore dell’Arte ma un Medico dell’Arte. Innovativo ma d’altri tempi perché non ha perso il senso della comunità, il valore dell’essere umano e la sua importanza fondamentale per dare o ridare vita a ciò che merita di essere conservato il più possibile.

 

 

Una domanda difficile Valentina, perché i nostri lettori dovrebbero acquistare “L’Arte ha bisogno di carezze”?

Perché sono sicura che, come me, si lasceranno conquistare dal suo eloquio seduttivo, amabile ma anche inquieto e determinato con cui si è generosamente prestato a rispondere alle mie domande, proponendo analisi inedite con precisione chirurgica, slancio emotivo, tenerezza: ci spiega che per amare l’arte devi saper guardare all’anima delle cose. Solo quando pensi che l’arte abbia un’anima, te ne puoi innamorare, accarezzarla, resuscitarla. E in fondo questo principio vale per tutto. Anche noi abbiamo bisogno di carezze. Un bambino che cresce senza carezze non si sentirà amato e avrà difficoltà ad amare. La mancanza d’amore distrugge sia l’essere umano che l’opera d’arte.

 

C’è qualcuno che vuoi ringraziare per la realizzazione di quest’opera? Se sì, chi sono queste persone e perché ti senti di ringraziarle pubblicamente?

Primo di tutto lui, il protagonista, per le lezione indimenticabili, per un pomeriggio soleggiato tra Pisa a Cascina, in semi compagnia del fotografo Luigi Polito, per la cura e la dedizione che mette in tutto ciò su cui opera.

 

«Mandare luce dentro le tenebre dei cuori degli uomini. Tale è il dovere dell’artista» (Schumann). Qual è la riflessione che ti porta a fare questa frase?

Che è proprio questa la missione dell’artista, volontaria o involontaria che sia, anche quando è inquieta l’arte è un faro. Fuori dalle tenebre c’è amore, dunque carezze. Il concetto di Schumann si sposa molto bene con le teorie di Nannipieri.

 

«Per me l’arte viene prima della democrazia.» (Alfred Hitchcock), paragone improprio?

Per niente. Dove c’è amore per l’arte c’è rispetto, riconoscimento, tolleranza, senso civico. L’arte è portatrice di giustizia sociale e prescinde dall’artista stesso che ha generato l’opera.

Quali sono i tuoi prossimi progetti e i tuoi prossimi appuntamenti che vuoi condividere con i nostri lettori?

Ora sto curando un’opera tra saggio e poesia, su commissione della Società Memoria Storica, in merito alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, un lavoro che mi appassiona molto… e poi tante altre sorprese!

 

Se dovessi consigliare ai nostri lettori tre film da vedere e tre libri da leggere assolutamente per amare l’arte, quali consiglieresti e perché?

Come libri “A cosa serve la storia dell’arte” sempre di Luca Nannipieri, edito da Skira, i volumi di Umberto Eco “Storia della bellezza” e “Storia della bruttezza” della Bompiani e, mi sia concesso, il mio “Le donne di Balthus” Arkadia Editore. Come film direi non tanto i film che parlano d’arte ma quelli che sono opere d’arte: Bergman, Bertolucci, Kubrik vantano nella loro filmografia numerose opere d’arte, questo per citarne alcuni.

 

Come vuoi concludere questa chiacchierata e come vuoi lasciare i lettori che leggeranno questa intervista?

Con un suo invito tratto dall’intervista: “Tornate a toccare con le mani le opere degli uomini: respirano.”

 

di Andrea Giostra

 

Alcuni Link

Valentina Neri
 
Luca Nannipieri
Il libro:
Valentina Neri e Luca Nannipieri, “L’arte ha bisogno di carezze”, Santelli ed., Cosenza, 2021
 
Andrea Giostra

 

 

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