Antonella Tamiano, scrittrice e pittrice pugliese, ci presenta il suo ultimo libro “Nerina giramondo” | INTERVISTA
«Ci sono troppi scrittori e poca sensibilità alla lettura. Gli idoli di oggi non sono autori di libri, quindi si abbassa notevolmente l’attenzione ai libri e agli scrittori. Bisognerebbe sensibilizzare le nuove generazioni educarle alla lettura e di conseguenza credo, apprezzerebbero gli scrittori.» (Antonella Tamiano)
Ciao Antonella, benvenuta e grazie per aver accettato il nostro invito. Come ti vuoi presentare ai nostri lettori? Chi è Antonella scrittrice e pittrice?
Ciao Andrea, ti ringrazio infinitamente per il tuo gradito invito. Per me è un piacere immenso essere tua ospite.
Quando qualcuno mi chiede di cosa mi occupo rispondo dicendo che amo fare arte. Sia la scrittura che la pittura sono due forme d’arte, entrambe consentono di creare esprimendo emozioni, a prescindere dallo strumento utilizzato, che può essere la penna o il pennello.
…chi è invece Antonella Donna nella sua quotidianità al di fuori del mondo dell’arte?
Fuori dal mondo dell’arte sono prima di tutto una figlia e poi madre. Sono dei ruoli che mi assorbono tanto, ciò nonostante, riesco sempre a ritagliarmi un momento nel quale poter fare arte.
Qual è la tua formazione professionale e letteraria? Ci racconti il percorso che ti ha portato a svolgere quello che fai oggi?
Ho frequentato il Liceo Artistico e poi ho proseguito con gli studi umanistici all’Università. Tuttavia sono portata a credere che al di là degli studi, (sicuramente importanti e necessari, se si vuole intraprendere una qualsiasi attività) bisogna sempre essere sollecitati eseguire le proprie passioni.
Come nasce la tua passione per la scrittura e per la pittura? Ci racconti come hai iniziato e quando hai capito che amavi scrivere e dipingere?
Fin da bambina ho amato la compagnia della matita, era la mia amica inseparabile. Dopo aver terminato i compiti, avevo dei quaderni che rappresentavano una specie di diario segreto. Gli avevo foderati con della carta da regalo, per distinguerli dagli altri e renderli più belli. All’interno disegnavo, scrivevo dei pensieri, poesie, canzoni, qualche filastrocca. Fin da piccola, già dalle scuole elementari, i docenti esaltavano le mie qualità artistiche, ed ero considerata da tutti una bravissima disegnatrice. Riguardo alla scrittura invece ero molto più schiva, preferivo tenere per me i miei pensieri. Ricordo che un giorno durante la ricreazione a scuola, (frequentavo il secondo anno delle superiori).Il professore di religione, un uomo di una grande sensibilità, mi chiese cosa scrivessi di così importante, da impedirmi di unirmi ai miei compagni e condividere quel momento di svago. Gli diedi una risposta evasiva che riuscì in quel momento a persuaderlo. Finché un giorno, dal momento che l’ora di religione era a ridosso della ricreazione, mi chiese di poter leggere qualcosa di mio. Il cuore fece un balzo all’indietro, dopo tanti espedienti non avevo più scuse. Lesse un paio di poesie e mi chiese se potevo fargliele dono, io annuii per non essere scortese. Dopo un breve periodo mi mostrò una rivista. Si trattava di un bimensile a carattere nazionale, all’interno della quale uno spazio dedicato alla scrittura. Lì aveva fatto pubblicare una delle mie poesie. Si complimentò con me, mi fece dono della rivista che conservo ancora, e mi disse che dovevo continuare a scrivere.
Ci parli del tuo libro “Nerina giramondo”? Come nasce, qual è il messaggio che vuoi che arrivi al lettore, quale la storia che ci racconti senza ovviamente fare spoiler?
Racconto di una formichina rossa. Un po’ fuori dagli schemi. Lei infatti non fa gruppo con le altre formiche, come spesso accade. Le formiche si muovono in gruppo, dove ce n’è una, nelle vicinanze ci sono sempre le altre. La mia protagonista invece è sola, pur avendo tanti amici tra gli insetti che popolano il suo regno. Nerina ha tanto coraggio e spirito d’avventura. Tutte le creature che vivono con lei sono felici e soddisfatte della propria vita, tranne la formichina. Convinta che la felicità si trovi fuori il suo regno, un giorno decide di partire lasciando la sua vita di sempre.
Chi sono i destinatari che hai immaginato mentre lo scrivevi?
Nerina è la favola adatta a tutti, dai più piccoli ai più grandi. Con la sua semplicità e le immagini variopinte incanta i bambini. Con le sue tematiche come; la ricerca della felicità, la semplicità della vita, l’amicizia, la condivisione accoglie i consensi dei più grandi.
Una domanda difficile Antonella: perché i nostri lettori dovrebbero comprare “Nerina giramondo”? Prova a incuriosirli perché vadano in libreria o nei portali online per acquistarlo.
Ci sono diversi motivi che spingono all’acquisto della mia fiaba, ad esempio le numerose illustrazioni contenute al suo interno. Un mondo incantato, popolato da tanti piccoli insetti e non meno importante l’affannosa ricerca della felicità. Siamo tutti alla ricerca di qualcosa e tutti abbiamo il diritto alla felicità. Nell’art. 3 della nostra Costituzione Italiana si coglie un accenno implicito del diritto alla felicità intesa come “pieno sviluppo della persona umana”.
C’è qualcuno che vuoi ringraziare che ti ha aiutato a realizzare questa opera letteraria? Se sì, chi sono queste persone e perché le ringrazi pubblicamente?
Sicuramente la mia famiglia che mi sostiene quotidianamente. Devo moltissimo ad ognuno di loro.
Nella tua attività letteraria hai pubblicato altri libri e romanzi. Ci racconti quali sono, di cosa trattano e quale l’ispirazione che li ha generati?
«Appartengo a quella categoria di persone che ritiene che ogni azione debba essere portata a termine. Non mi sono mai chiesto se dovevo affrontare o no un certo problema, ma solo come affrontarlo.» (Giovanni Falcone, “Cose di cosa nostra”, VII ed., Rizzoli libri spa, Milano, 2016, p. 25 | I edizione 1991). Tu a quale categoria di persone appartieni, volendo rimanere nelle parole di Giovanni Falcone? Sei una persona che punta un obiettivo e cerca in tutti i modi di raggiungerlo con determinazione e impegno, oppure pensi che conti molto il fato e la fortuna per avere successo nella vita e nelle cose che si fanno, al di là dei talenti posseduti e dell’impegno e della disciplina che mettiamo in quello che facciamo?
Mi piace molto questa citazione, Giovanni Falcone è stata una persona straordinaria. Sono dell’avviso che nella vita bisogna impegnarsi continuamente. Prima o poi si raggiungeranno gli obbiettivi. Quello che conta è continuare a perseverare sempre attraverso l’impegno e dedizione. Ai miei figli faccio sempre l’esempio della goccia, a causa della sua perseveranza riesce a perforare la roccia. Quindi la costanza è fondamentale, se poi è tutto accompagnato da un pizzico di fortuna il risultato è sicuramente ottimo.
«Quando la lettura è per noi l’iniziatrice le cui magiche chiavi ci aprono al fondo di noi stessi quelle porte che noi non avremmo mai saputo aprire, allora la sua funzione nella nostra vita è salutare. Ma diventa pericolosa quando, invece di risvegliarci alla vita individuale dello spirito, la lettura tende a sostituirsi ad essa, così che la verità non ci appare più come un ideale che possiamo realizzare solo con il progresso interiore del nostro pensiero e con lo sforzo del nostro cuore, ma come qualcosa di materiale, raccolto infra le pagine dei libri come un miele già preparato dagli altri e che noi non dobbiamo fare altro che attingere e degustare poi passivamente, in un perfetto riposo del corpo e dello spirito.» (Marcel Proust, in “Sur la lecture”, pubblicato su “La Renaissance Latine”, 15 giugno 1905). Qual è la riflessione che ti porta a fare questa frase di Marcel Proust sul mondo della lettura e sull’arte dello scrivere?
I libri sono preziosi, ognuno rappresenta un mondo nel quale catapultarsi e vivere le avventure dei personaggi principali o secondari. Io mi immedesimo sempre a quello che più mi assomiglia. Senza per questo perdere di vista la realtà, questo accade anche nello scrivere. Non bisogna mai confondere la fantasia alla realtà. Io amo sognare in punta di piedi senza mai staccarmi dalla realtà.
«Nei tempi andati la vita degli scrittori era più interessante di quello che scrivevano. Al giorno d’oggi né le loro vite né quello che scrivono è interessante.» (Charles Bukowski, “Pulp. Una storia del XX secolo”, Giangiacomo Feltrinelli Ed., 1995, Milano, p. 52). Ha ragione Bukowski a scrivere queste cose a proposito degli scrittori contemporanei? Cosa ne pensi in merito?
Ci sono troppi scrittori e poca sensibilità alla lettura. Gli idoli di oggi non sono autori di libri, quindi si abbassa notevolmente l’attenzione ai libri e agli scrittori. Bisognerebbe sensibilizzare le nuove generazioni educarle alla lettura e di conseguenza credo, apprezzerebbero gli scrittori.
«La lettura di buoni libri è una conversazione con i migliori uomini dei secoli passati che ne sono stati gli autori, anzi come una conversazione meditata, nella quale essi ci rivelano i loro pensieri migliori» (René Descartes in “Il discorso del metodo”, Leida, 1637). Qualche secolo dopo Marcel Proust dice invece che: «La lettura, al contrario della conversazione, consiste, per ciascuno di noi, nel ricevere un pensiero nella solitudine, continuando cioè a godere dei poteri intellettuali che abbiamo quando siamo soli con noi stessi e che invece la conversazione vanifica, a poter essere stimolati, a lavorare su noi stessi nel pieno possesso delle nostre facoltà spirituali.» (Marcel Proust, in “Sur la lecture”, pubblicato su “La Renaissance Latine”, 15 giugno 1905 | In italiano, Marcel Proust, “Del piacere di leggere”, Passigli ed., Firenze-Antella, 1998, p.30). Tu cosa ne pensi in proposito? Cos’è oggi leggere un libro? È davvero una conversazione con chi lo ha scritto, come dice Cartesio, oppure è “ricevere un pensiero nella solitudine” come dice Proust? Dicci il tuo pensiero…
Entrambe sono nutrimento per la mente, la conversazione, scambio di idee e opinioni è molto importante per conoscere a fondo gli altri e se stessi. La conversazione può essere anche condivisione. La lettura ci aiuta a comprendere ciò che non conosciamo, ci arricchisce. Non sono molto d’accordo con il pensiero di Proust, non credo che la lettura sia “ricevere un pensiero nella solitudine”, leggere è un grande regalo che facciamo a noi stessi.
Da ragazzo ho letto uno scritto di Oscar Wilde nel quale diceva cos’era l’arte secondo lui. Scrisse che l’arte è tale solo quando avviene l’incontro tra l’“oggetto” e la “persona”. Se non c’è quell’incontro, non esiste nemmeno l’arte. Poi qualche anno fa, in una mostra a Palermo alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Riso, ho ascoltato un’intervista di repertorio al grande Gino de Dominicis che sulle arti visive disse questo: «Le arti visive, la pittura, la scultura, l’architettura, sono linguaggi immobili, muti e materiali. Quindi il rapporto degli altri linguaggi con questo è difficile perché sono linguaggi molto diversi tra loro … L’arte visiva è vivente … l’oggetto d’arte visiva. Per cui paradossalmente non avrebbe bisogno neanche di essere visto. Mentre gli altri linguaggi devono essere visti, o sentiti, o ascoltati per esistere.» (Gino de Dominicis, intervista a Canale 5 del 1994-95). Tu, Antonella, sei anche pittrice… Cosa ne pensi in proposito? L’arte esiste se esiste l’incontro tra l’oggetto e la persona, come dice Oscar Wilde, oppure l’arte esiste indipendentemente dalla persona e dal suo incontro con l’oggetto, come dice de Dominicis per le arti visive? Qual è la tua prospettiva sull’arte in generale e sulle arti visive in particolare? … quella della tua arte.
Sicuramente non condivido molto il pensiero di Oscar Wilde, l’arte esiste indipendentemente dalla persona e dal suo incontro con l’oggetto. Questo inteso come arte visiva in generale, non circoscritta alla sola pittura o scultura. L’arte vive dentro l’artista, è un prolungamento di sé, l’artista è lo strumento che compie l’azione.
«…anche l’amore era fra le esperienze mistiche e pericolose, perché toglie l’uomo dalle braccia della ragione e lo lascia letteralmente sospeso a mezz’aria sopra un abisso senza fondo.» (Robert Musil, “L’uomo senza qualità”, Volume primo, p. 28, Einaudi ed., 1996, Torino). Cosa pensi di questa frase di Robert Musil? Cos’è l’amore per te e come secondo te è vissuto oggi l’amore nella nostra società contemporanea?
Sono tante le opinioni sull’amore, sicuramente non è amore quel sentimento che ci annienta per compiacere l’altro. Amare un’altra persona è meraviglioso se amiamo e rispettiamo prima di tutto noi stessi. Amare senza egoismo, dare e ricevere allo stesso modo senza necessariamente quantificare lo slancio dell’altruismo. Penso che sia molto difficile anche oggi nella società contemporanea dove c’è un notevole progresso tecnologico non corrisponde ahimè a quello delle coscienze. Anzi oggi c’è fin troppo individualismo, egoismo e indifferenza.
Chi sono i tuoi modelli, i tuoi autori preferiti, gli scrittori che hai amato leggere e che leggi ancora oggi?
Luigi Pirandello è al primo posto, lui è tra i miei autori preferiti. Amo leggere i suoi libri fin da ragazzina. Adoro Hermann Hesse e lo sento molto vicino, probabilmente perché anche lui è stato uno scrittore, poeta e pittore. Nei suoi scritti ha affrontato temi inerenti all’amicizia, al viaggio, all’amore ecc… Sempre molto piacevoli sono i libri di Gabriel García Márquez “Cent’anni di solitudine” e ”L’amore ai tempi del colera” letture molto consigliate.
…e invece i grandi pittori del passato o del presente ai quali ti ispiri? Chi sono? Hai qualche Maestro che ti ha forgiato artisticamente ed è di riferimento per la tua arte…
Fin da ragazza sono stata colpita dalla bravura di Salvador Dalì. I suoi dipinti sembrano realistici, mostrando allo spettatore un mondo parallelo tra sogno e realtà. Mi ispiro al surrealismo anch’io, ma come la scrittura ho un modo mio personale di dipingere e di scrivere, nel quale riconoscermi senza emulare i grandi.
Gli autori e i libri che secondo te andrebbero letti assolutamente quali sono? Consiglia ai nostri lettori almeno tre libri e tre autori da leggere nei prossimi mesi dicendoci il motivo del tuo consiglio.
E tre film da vedere assolutamente? … e perché proprio questi?
Quali sono i tuoi prossimi progetti e i tuoi prossimi appuntamenti che vuoi condividere con i nostri lettori?
Riguardo agli appuntamenti, in un momento come quello che stiamo vivendo risulta molto difficile fare pronostici. Purtroppo molte presentazioni sono state rimandate, come diverse premiazioni sono state trasmesse in diretta streaming, su internet. Per quanto riguarda i progetti, ho iniziato a dedicarmi alla stesura del mio nuovo romanzo,
Come vuoi concludere questa chiacchierata e cosa vuoi dire ai nostri lettori?
Ringrazio vivamente te caro Andrea per la bellissima intervista, ringrazio quanti ci hanno letto e seguito. Volevo concludere augurando buon Natale, auguro di lavorare, di sognare, di ritornare alla normalità di riprendere in mano la nostra vita, a tutti auguro il meglio.
di Andrea Giostra
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