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Nero di seppia

L’antico mercato di Ballarò ed “I Moltivolti” di Palermo

Per la sua posizione geografica e un’inclinazione del tutto naturale, Palermo, fondata dai Fenici con il nome Zyz “il fiore”, fin dalla sua genesi è stata luogo di scambi. Fu più avanti, nel periodo di insediamento greco, che prese il suo attuale nome derivato da Panormos (tutto-porto) come veniva chiamata all’epoca per il suo smisurato approdo naturale.



Lungo il fiume Kemonia si sviluppò uno dei mercati ancora oggi esistenti e tra i più antichi tra quelli alimentari siciliani: Ballarò, dove oggi come allora, si commerciano le primizie ed i genuini prodotti provenienti dai terreni agricoli circostanti. Prodotti freschissimi messi in bella mostra e sistemati in un bell’ordine cromatico sulle tipiche bancarelle. Attraversando questo mercato che si estende da Piazza Casa Professa alle mura cinquecentesche di corso Tukory, verso Porta Sant’Agata si assaporano già, in un percorso olfattivo, i profumi emanati dalla frutta e verdura, ma anche dei lucidissimi pesci e le carni appese ai ganci.

In questo splendore che già da solo è uno scenario ed un teatro naturale di vita viva, c’è un ulteriore “fiore”, ritornando al nome originario di Palermo, incastonato nel cuore del mercato storico di Ballarò: I Moltivolti, di Via M.Puglia 21.




Una realtà oramai consolidata, a metà tra un ristorante ed un coworking, con uno spazio polifunzionale di 400 mq. Già a partire dai gestori, sei ragazzi di nazionalità diverse, ci si rende conto di una fusione e contaminazione tramite l’esperienza del cibo, che ben esprime l’attraversamento di varie popolazioni e culture, in una miscellanea che risulta assolutamente vincente.

Già all’entrata ti rendi conto che non sei in un posto qualunque, come recita una delle molteplici recensioni visibili su Triadvisor. Alle pareti i suggestivi volti dipinti dall’artista Igor Scalisi che ritraggono le persone che hanno trascorso del tempo in questo luogo, lasciandone un segno. Tra gli ospiti di questo luogo anche i reali d’Olanda




In un’atmosfera magica ed allegra al tempo stesso che con l’alchimia della cucina rende questo spazio d’incontro e scambio di idee, un luogo ideale per promuovere  uno  sviluppo culturale, sociale ed economico rappresentando un modello di impresa sociale connesso al territorio, come stesso Giovanni Zinna, uno dei soci, afferma.

Sulle magliette di chi affabilmente Vi accompagnerà in questo viaggio gastronomico/culturale il motto de l  Moltivolti “La mia casa è dove poggio i piedi “.

Ester Campese



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