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Nero di seppia

Daniela Angelucci, “Deleuze e i concetti del cinema”, Ed. Quodliber, Macerata, 2012

 

Dov’è finita la Filosofia nel ventunesimo secolo? E forse il Cinema che ha recuperato la tradizione filosofica che ha contraddistinto nei secoli l’amore dell’uomo per la conoscenza? Nell’antica Grecia, la Filosofia, l’arte del pensiero, prima di trasformarsi in speculativa, fu la più nobile delle discipline che segnarono e tracciarono la strada dell’“uomo antico” per la migliore conduzione del “modo di vita”, dello stile di vita diremmo oggi, desunto attraverso la pura e libera riflessione che lo conducevano verso la Saggezza, sani principi erti ad Etica, Moralità ed Estetica condivisa nella cultura di allora. Secondo l’accezione e la prospettiva di Gilles Deleuze (1925-1995), è il Cinema che oggi, impetuosamente e degnamente, ha preso il posto della Filosofia. Il Cinema è l’arte che ha sostituito la Filosofia. Il Cinema è la Filosofia del ventunesimo secolo: detiene il potere di creare immagini, di creare concetti, di stimolare il pensiero e la riflessione, di tracciare, in sostanza, la strada che conduce a “stili di vita” che s’ispirano all’Etica, alla Moralità e all’Estetica dell’uomo di oggi, dell’uomo del ventunesimo secolo, dell’“uomo moderno”. 

Deleuze, con i suoi saggi sul cinema – ripercorsi brillantemente da Daniela Angelucci – è questo che si propone: nobilitare la “settima arte” a disciplina che stimola e accompagna il libero pensiero dell’“uomo moderno” a “stili di vita” che sanno creare l’Etica, la Morale e l’Estetica dei giorni nostri. Alimentare la mente di sana cultura per divenire Saggi, oggi più che mai, vuol dire alimentarla di buon cinema. E, parafrasando Aristotele, potremmo dire che chi pensa che nel ventunesimo secolo per essere uomini e donne al passo coi tempi, colti e stimolati nel pensiero, non sia necessario andare al cinema, dà l’addio alla vita poiché tutte le altre arti al confronto appaiono solo come chiacchiere e vaniloqui.

PS – “Chi pensa sia necessario filosofare deve filosofare e chi pensa non si debba filosofare deve filosofare per dimostrare che non si deve filosofare; dunque si deve filosofare in ogni caso o andarsene di qui, dando l’addio alla vita, poiché tutte le altre cose sembrano essere solo chiacchiere e vaniloqui”. Aristotele, Protreptico o Esortazione alla filosofia, 350 a.C..

di ANDREA GIOSTRA

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