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Luce
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Nero di seppia

Django Unchained (2012), di Quentin Tarantino

Kerry Washington è la germanica Brynhildr – in inglese Broomhilda – la valchiria condannata da Odino a vivere una vita di donna mortale imprigionata in un castello dietro un muro di scudi sulla cima del monte Hindarfjall, dove dorme all’interno di un cerchio di fiamme vigilato da un potente drago, aspettando che Siegfried, uomo valoroso e senza paura, la salvi per farla sua sposa.

Jamie Foxx è Django, ma è anche Siegfried, che scala la montagna perché senza paura, e uccide il drago perché senza paura, e salva Brynhildr perché se lo merita.

Christoph Waltz (Dr. King Schultz) è il cacciatore di taglie di origine tedesca che commercia in cadaveri, permettendo che quella che definisce una pagliacciata, la schiavitù, gli sia di aiuto per la sua professione: commerciare in cadaveri, che come la schiavitù è un commercio.

Ma la schiavitù conduce l’uomo bianco Leonardo Di Caprio (Calvin Candie), ricco e potente possidente del Sud, all’arrogante prepotenza, alla cinica violenza, al divertente sadismo, alla spietata crudeltà, alla sanguinaria ferocia sul nero e schiavo che, alla vigilia della guerra di secessione americana del 1861, non è un uomo: è merce e forza lavoro per fare soldi. Come fa soldi Waltz, che uccide uomini bianchi e vende i loro corpi per denaro. Come fa soldi Di Caprio, che uccide la dignità di uomini neri per diletto e per denaro. Ma un tedesco non può tollerare che si uccida cinicamente per diletto il corpo e la dignità di uomini, neri o bianchi. Il tedesco Waltz è obbligato ad aiutare Foxx a liberare la sua amata Brynhildr. Il tedesco Waltz, sfidato con perseverante arroganza dall’altezzoso Di Caprio che con ingiustificata ferocia lascia sbranare da cani rabbiosi più che nelle membra, nell’anima e nella speranza l’indifeso D’Artagnan mandingo, scatena senz’esitare la sua vendetta germanica, al prezzo della sua stessa vita, con un colpo svelto e dritto al cuore contro lo “shoah nero” magnificamente personificato in Di Caprio la cui caduta inattesa fa levare l’attento e fin’allora silenzioso spettatore cinematografico in un inaspettato, spontaneo e fragoroso applauso. E qui l’alloro del trionfo cinematografico viene poggiato dagli spettatori dell’intero pianeta, sul capo di Quentin Tarantino, sceneggiatore e regista di questa superba produzione!

Ma è adesso che Jamie Foxx, catturato dal pusillanime traditore delle sue origini Samuel L. Jackson (Stephen), dovrà subire torture, violenze, soprusi, nel corpo e nel cuore innamorato, per scatenare poi impietoso, la catartica vendetta tarantiniana che acchiappa nell’entusiasmo cinefilo lo spettatore che ha amato, per identica ragione, l’italico Sergio Leone. Ed è tutto un’esplosione metaforica ed esagerata, dal negriero Tarantino, al terribile Di Caprio, al vigliacco Samuel L. Jackson, fantastici e superbi nella loro recita.

A Brynhildr e Siegfried non resta che guardarsi negli occhi liberi e scambiarsi le ultime affettuose battute:

– Ciao piccola peste.

– Ciao grandissima peste.

– Sai come ti chiameranno?

– La pistola più veloce del sud!

– Andiamocene.

Recensione di Andrea Giostra.

https://www.youtube.com/watch?v=eUdM9vrCbow

ANDREA GIOSTRA.

https://www.facebook.com/andrea.giostra.37

https://www.facebook.com/andrea.giostra.31

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