Roberta Savelli, scrittrice e poeta …… “Le mie grandi passioni? La poesia, la prosa, l’arte e in genere il bello”.
Ciao Roberta, benvenuta e grazie per la tua disponibilità. Come ti vuoi presentare ai nostri lettori?
Mi fai una domanda semplice e difficile nello stesso tempo… Vorrei che i lettori avessero di me l’immagine di una donna che ha attraversato i vari momenti della sua vita con leggerezza e garbo, cercando di non perdere mai di vista le sue grandi passioni: la poesia, la prosa, l’arte e in genere il bello. Una donna che ha sempre evitato di rimanere presa dagli stereotipi, dalla banalità senza senso e soprattutto dalla volgarità. Non ho mai scritto – sia in prosa sia in versi – così, tanto per fare, quando non avevo nulla da dire…
Chi è Roberta nella sua professione e nella sua passione per l’arte della scrittura?
Sono laureata in Lettere e Storia dell’Arte, una laurea conseguita a Firenze, relatore il poeta e critico d’arte Alessandro Parronchi, all’epoca già anziano, ma che è stato per me un autentico Maestro e punto di riferimento. Negli anni di insegnamento nelle scuole superiori ho cercato di trasmettere ai miei allievi la stessa passione che mi ha sempre animato. In questo senso il mio non è mai stato un lavoro. Sono stata fortunata. Mi reputo fortunata anche per quanto riguarda il mio dedicarmi alla scrittura. Comporre versi, raccontare una storia, descrivere un personaggio sono cose che mi sono sempre riuscite naturali. Per questo penso che sia vero che ‘scrittori si nasce’. È un dono. Scrivere non può essere un puro esercizio di tecnica, né tantomeno una fatica.
Recentemente hai pubblicato con Rupe Mutevole edizioni il romanzo “Io, l’amate”. Come nasce questo progetto editoriale? Cosa puoi dirci della storia che racconti in questo libro, senza fare ovviamente spoiler? Qual è il messaggio che vuoi lanciare ai lettori che lo leggeranno?
Ho sempre amato Leonardo da Vinci. La figura di Cecilia Gallerani, la ‘Dama con l’ermellino’, mi ha affascinato da subito, molto più per esempio della celeberrima Gioconda.
Chi era davvero quella fanciulla al di là delle note biografiche? Perché l’artista fiorentino l’aveva dipinta in quel modo? Qual era la simbologia nascosta nel quadro? E se le mie ricerche avevano dato risposte ad alcune domande, rimanevano gli interrogativi per me più importanti: quali erano i sogni, il carattere, le passioni di quella giovane donna poco più che adolescente? I documenti ‘ufficiali’ a questo riguardo sono muti, ovviamente. Da qui nasce il progetto di un libro che, pur attenendosi scrupolosamente alla realtà storica, ha voluto immaginare ciò che non sapremo mai. Devo ringraziare Cristina Del Torchio che da subito ha creduto in me inserendomi fra gli autori della sua Casa Editrice.
Il messaggio è semplicissimo: il cuore non cambia nel tempo, le donne di ieri e quelle di oggi sono in fondo simili: il sogno di un amore vero è lo stesso.
Quali sono secondo te le caratteristiche, le qualità, il talento, che deve possedere chi scrive per essere definito un vero scrittore? E perché proprio quelle?
Capacità narrativa, spontaneità, originalità, inventiva, padronanza assoluta del lessico e (più banalmente…) della grammatica. Sono queste le caratteristiche del vero scrittore. Perché? Senza di esse la scrittura non ha anima.
Perché secondo te oggi è importante scrivere, raccontare con la scrittura?
La società di oggi, con i suoi riti, con l’influenza dei social rischia di essere una società dell’“usa e getta”. Manca il tempo per soffermarsi a riflettere, capire, approfondire. Sono cose, queste, che la lettura di un buon libro può dare.
Chi sono i tuoi modelli, i tuoi autori preferiti, gli scrittori che hai amato leggere e che leggi ancora oggi?
Non ho modelli particolari, ho sempre cercato, istintivamente, di essere libera da condizionamenti. Certo, alcuni autori mi hanno colpito più di altri: per esempio Erich Maria Remarque, Isabel Allende, Antonia Arslan, Khaled Hosseini.
Nel panorama italiano contemporaneo, chi sono secondo te i più bravi scrittori che ti sentiresti di consigliare ad un’amica che ama leggere?
Oriana Fallaci, per prima, caustica, disincantata, autentica, Margaret Mazzantini, Valerio Massimo Manfredi.
Charles Bukowski a proposito dei corsi di scrittura diceva … «Per quanto riguarda i corsi di scrittura io li chiamo Club per cuori solitari. Perlopiù sono gruppetti di scrittori scadenti che si riuniscono e … emerge sempre un leader, che si autopropone, in genere, e leggono la loro roba tra loro e di solito si autoincensano l’un l’altro, e la cosa è più distruttiva che altro, perché la loro roba gli rimbalza addosso quando la spediscono da qualche parte e dicono: “Oh, mio dio, quando l’ho letto l’altra sera al gruppo hanno detto tutti che era un lavoro geniale”» (Intervista a William J. Robson and Josette Bryson, Looking for the Giants: An Interview with charles Bukowski, “Southern California Literary Scene”, Los Angeles, vol. 1, n. 1, December 1970, pp. 30-46). Cosa pensi dei corsi di scrittura assai alla moda in questi ultimi anni? Pensi che servano davvero per imparare a scrivere?
Come fare a dargli torto? Non credo proprio che i corsi di scrittura servano a molto, se manca quel ‘quid’ di cui abbiamo parlato prima.
La maggior parte degli autori ha un grande sogno, quello che il suo romanzo diventi un film diretto da un grande regista. A questo proposito, Stanley Kubrik, che era un appassionato di romanzi e di storie dalle quali poter trarre un suo film, leggeva in modo quasi predatorio centinaia di libri e perché un racconto lo colpisse diceva: «Le sensazioni date dalla storia la prima volta che la si legge sono il parametro fondamentale in assoluto. (…) Quella impressione è la cosa più preziosa che hai, non puoi più riaverla: è il parametro per qualsiasi giudizio esprimi mentre vai più a fondo nel lavoro, perché quando realizzi un film si tratta di entrare nei particolari sempre più minuziosamente, arrivando infine a emozionarsi per dettagli come il suono di un passo nella colona sonora mentre fai il mix.» (tratto da “La guerra del Vietnam di Kubrick”, di Francis Clines, pubblicato sul New York Times, 21 giugno 1987). Cose ne pensi di quello che dice Kubrick? Pensi che le tue storie sappiano innescare nel lettore quelle sensazioni di cui parla il grande regista newyorkese? E se sì, quali sono secondo te?
Ho avuto la fortuna di incontrare sulla mia strada un regista di grande sensibilità ed acume, Mauro Salvi. Nessuno come lui ha saputo entrare nel profondo della mia storia e cogliere tutte le sfumature – anche psicologiche – dei miei personaggi. Un regista sapiente e illuminato. Mi ha proposto un cortometraggio tratto dal mio libro e posso assicurare che vedere la propria ‘creatura letteraria’ trasposta sullo schermo è un’emozione indicibile. Sottoscrivo perciò quanto detto da Kubrik.
Una domanda difficile Roberta: perché i lettori di questa intervista dovrebbe comprare e leggere i tuoi libri? Cosa diresti loro per convincerli a comprare e a leggere “Io, l’amante”?
È una domanda che m’imbarazza. Forse non sono una buona ‘venditrice’ di quanto scrivo! Ecco, tra i tanti, uno dei giudizi che mi ha più lusingato e che proporrei ad un potenziale lettore è questo: un libro che poteva essere scritto solo da una donna per le donne, un libro in cui ogni lettrice può ritrovare qualcosa di se stessa, dei propri sogni, delle speranze… e delle delusioni. Un libro che gli uomini dovrebbero leggere per capire meglio ‘l’altra metà del cielo’.
Quali sono i tuoi prossimi progetti e i tuoi prossimi appuntamenti? A cosa stai lavorando e dove potranno seguirti i nostri lettori e i tuoi fan?
Sto preparando (ed è già a buon punto) un libro completamente diverso da ‘Io, l’amante’, una storia complessa e per molti versi sorprendente, di cui però permettimi di non svelare nulla. Vorrei inserirlo comunque in una trilogia.
Per quanto riguarda i miei prossimi appuntamenti, importantissimo è quello a Vinci (Biblioteca Leonardiana) del 4 luglio prossimo. ‘Io, l’amante’ è stato inserito – unico romanzo – nell’ambito delle celebrazioni del 500° anniversario della morte di Leonardo. Anzi, colgo l’occasione per invitarti!
Altre presentazioni saranno a Chieti, il 14 settembre, e a Firenze, 30 settembre. Per i successivi appuntamenti, le date sono ancora da definire. Sulla mia pagina Facebook i miei lettori troveranno tutti gli aggiornamenti. Fra breve cambierà look anche il mio sito: www.robertasavelli.com
Per finire, Roberta, immaginiamo che tu sia stata inviata in una scuola media superiore a tenere una conferenza sulla scrittura e sulla narrativa in generale, alla quale partecipano centinaia di alunni. Lo scopo è quello di interessare e intrigare quegli adolescenti all’arte dello scrivere e alla lettura. Cosa diresti loro per appassionarli a quest’arte e catturare la loro attenzione? E quali le tre cose più importanti che secondo te andrebbero dette ai ragazzi di oggi sulla lettura e sulla scrittura?
Potrei ripetere ai ragazzi quanto detto prima. Aggiungerei solo di soffermarsi qualche volta ad ascoltare cosa dice, veramente, il loro cuore, di ascoltare insomma se stessi e di non lasciarsi ‘scippare’ il dono grande della fantasia.
Intervista di Andrea Giostra.
Alcuni Link
Roberta Savelli
https://www.facebook.com/roberta.savelli.712
www.robertasavelli.com
Rupe Mutevole edizioni
https://www.facebook.com/RupeMutevoleEditore/
https://www.reteimprese.it/rupemutevoleedizioni
Andrea Giostra
https://andreagiostrafilm.blogspot.it
https://business.facebook.com/AndreaGiostraFilm/