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THOR RAGNAROK



Paronamica

Parte della Fase 3 del Marvel Cinematic Universe, Thor: Ragnarok si colloca temporalmente dopo gli eventi narrati in Avengers: Age of Ultron.
Tutto calcolato dal zelante boss Marvel, Kevin Fiege: Thor alias Chris Hemsworthera infatti assente da Captain America: Civil War, e al termine di Age of Ultron tornava in quel di Asgard, dissociandosi momentaneamente dagli altri supereroi. O quasi, visto che questo terzo capitolo della saga thoriana vede come coprotagonista il buon Bruce Banner alias Hulk, ancora una volta interpretato da Mark Ruffalo.

Dopo i toni “shakesperiani” dei precedenti lungometraggi dedicati a Thor, lo stesso Hemsworth aveva chiesto alla produzione di cercare un tono più scanzonato e leggero: secondo quanto si legge, gli sceneggiatori Craig Kyle e Graham Yost avrebbero concepito così una sorta di “road movie” sostenuto, facendosi forte della volontà del regista Taika Waititi, che ha ottenuto il progetto dopo aver presentato un montato che comprendeva persino scene di Grosso guaio a Chinatown.
Non tutti i fan lo sanno, ma anche la scena post-credits di Doctor Strange, durante la quale il mago eroe interpretato da Benedict Cumberbatch incontra Thor, è stata girata e ideata proprio da Waititi, usando al volo le scenografie di Doctor Strange, in corso di smantellamento.



Le riprese di Thor: Ragnarok (la cui uscita nei cinema in Italia è prevista per il 25 ottobre 2017) si sono svolte in Australia, con una troupe composta in larga parte da neozelandesi, per volontà di Waititi, un fiero maori. Pur abituato a un tipo di cinema più autoriale e in scala più ridotta, Taika ha colto l’occasione per mettersi alla prova con un grande spettacolo, che gli ha pure consentito una sensibile libertà tecnica. Sempre secondo il regista, per il registro adottotato e per l’equilibrio degli eventi (che si collegheranno ad Avengers: Infinity War), questo terzo Thor spiazzerà le aspettative di chi attende un film Marvel classico, ridefinendo la saga al punto che questo “sembrerà il primo film dedicato a Thor”.
Naturalmente il primo lungometraggio dedicato al figlio di Odino è stato invece il Thor (2011) diretto da Kenneth Branagh, seguito poi da Thor: The Dark World (2013) di Alan Taylor.
In entrambi i film la figura del fratello-villain di Thor, il fascinoso Loki portato sullo schermo da Tom Hiddleston, ha finito per rubare la scena a Hemsworth e agli altri attori, fino al punto da rendere Loki il principale cattivo di The Avengers (2012) di Joss Whedon.



La serie di Thor si è sempre trascinata turbolenze in sede di regia: dopo il primo episodio, Branagh si è infatti chiamato fuori dal sequel, che sulle prime doveva essere diretto da Patty Jenkins. Qualcosa però è andato storto in serie di negoziazioni creative durante la preproduzione, così The Dark World è finito rapidamente nelle mani di Alan Taylor. Come mai nemmeno Taylor ha voluto ripetere l’esperienza? Stando alle sue parole, pur avendo avuto la massima libertà creativa durante le riprese, “in post-produzione il film si è trasformato in un’altra cosa”. Patty Jenkins, dal canto suo, si è egregiamente consolata col solido Wonder Woman, realizzato per la concorrenza DC / Warner. Chi non è però mai venuto meno ai suoi obblighi morali è stato Chris Hemsworth, che riapparirà di sicuro in Avengers: Infinity War (2018) e nel relativo sequel previsto per il 2019.
Storicamente, il primo adattamento del personaggio nato nel 1962 sulle pagine di Journey Into Mystery, a firma Stan Lee – Larry Lieber – Jack Kirby, risale nel 1966, nella quarta stagione della serie animata per la tv The Marvel Super Heroes.


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